L’Ente di Gestione del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po è stato istituito con la Legge Regionale n. 28 del 1990, successivamente abrogata e sostituita dalla Legge Regionale n. 19 del 2009 e s.m.i. (Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità).
Con la Legge Regionale n. 19 del 3 agosto 2015, è stato riordinato il sistema di gestione delle aree protette piemontesi ed è nato il nuovo Parco Naturale del Monviso. La nuova area protetta si estende su 8.334 ettari e comprende il territorio dell’ex Parco del Po Cuneese a cui si aggiungono il Bosco dell'Alevè in Valle Varaita e l'Oasi di Prà Barant in valle Pellice.

La collaborazione tra il Parco del Monviso e il Centro Cicogne di Racconigi si articola principalmente su due aspetti:
- In occasione della realizzazione della ZONA UMIDA di 15 ettari, oltre al contributo pervenuto attraverso lo strumento del PSR, il Settore Aree Protette della Regione Piemonte – attraverso il Parco del Monviso (allora Parco del Po cuneese) - è intervenuto nel 2011 con un aiuto economico per la realizzazione di un osservatorio faunistico: questa struttura rappresenta non solo un valido punto di birdwatching per i visitatori, ma soprattutto un momento di educazione ambientale rivolto alle scolaresche. È inoltre una struttura che permette di effettuare censimento faunistici, i cui dati implementano le banche dati regionali e servono per pubblicazioni scientifiche, oltre che per tesi ed elaborati dei ragazzi di istituti universitari e scolastici. Proprio per queste ragioni, l’osservatorio ospita dal 2017 anche un INFO – POINT del Parco del Monviso;
Il Parco del Monviso è quindi supervisore della gestione naturalistica della zona umida che, nel tempo, è diventata una delle più importanti aree di sosta di uccelli migratori e svernanti.
- Dal 2016 il Centro Cicogne di Racconigi è stato coinvolto dal Parco del Monviso nella CARTA EUROPEA DEL TURISMO SOSTENIBILE ( CETS ) con un’azione specifica: “Le zone umide come risorse ecoturistiche”. L’obiettivo è gestire la zona umida, mantenendo nel tempo gli obiettivi volti a garantire un habitat idoneo alla sosta e alla nidificazione di limicoli ed ardeidi, e al contempo sviluppare gli aspetti didattici e scientifici per far conoscere il valore della conservazione delle zone umide.
Infatti, nel dicembre 2016 il Parco del Monviso ha ritirato a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, la Carta Europea del Turismo sostenibile.
La Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) è prima di tutto uno strumento di metodo per la definizione di linee di indirizzo volte ad incoraggiare un turismo che sia sostenibile per le aree protette e, al contempo, attraente per il mercato.

Obiettivo ambizioso della Carta è quello di far dialogare insieme, per condividere un progetto, i gestori del Parco, le amministrazioni comunali, le associazioni, gli operatori economici di un vasto territorio, che nel caso della CETS Monviso ha coinvolto 57 comuni e oltre 70 soggetti, dalla Valle Maira alla Valle Po, fino alla pianura Saluzzese e Saviglianese.
L’adesione alla carta europea permette al territorio di armonizzare e valorizzare le forme di economia presenti e di garantire un’adeguata qualità della vita della popolazione locale.

A monte della scelta di intraprendere il percorso della Carta, vi è stato nel dicembre 2014 il riconoscimento dell'area del Monviso (versante italiano e francese) come Riserva Transfrontaliera Man and Biosphere – UNESCO (MAB – UNESCO). Un traguardo ottenuto grazie all'impegno diretto in qualità di coordinatori, del Parco del Po Cuneese e del Parc Naturel Régional du Queyras (FRA). Ne è conseguita una grande e diffusa aspettativa, soprattutto tra gli operatori del turismo del territorio, di tradurre in concreto vantaggio (in primis economico) tale riconoscimento. Ciò ha spinto il Parco, in concerto con gli altri enti pubblici locali e regionali, a cercare uno strumento per mettere a sistema questo interesse con la propria mission istituzionale, in linea con le direttive dettate dall'UNESCO. La scelta della Carta è stata quindi una logica conseguenza ed è inserita come modalità di sviluppo dell'offerta di turismo sostenibile all'interno della più ampia strategia del MAB – UNESCO.


Back to Top